Botteghe Oscure, blasonato nome entrato da decenni nell’immaginario collettivo come sinonimo anzi come sineddoche di Partito Comunista, corre il rischio di perdere a breve tutta la sua portata ideologica e passionale.
Si sa che il tempo sfuma tutto, annebbia e confonde i ricordi, lava e sana errori ed orrori. Sotto l’egida dell’architetto Renzo Costa, infatti, indirizzato da un italiano che ha acquistato la proprietà del Palazzo sito nel cuore di Roma, proprio a due passi da via Caetani dove fu trovato morto il Presidente del compromesso storico Aldo Moro, imprenditore italiano che ha tutta l’intenzione di affittarlo ad una illustre catena alberghiera, si sta avverando la profezia di chi come Sindona sosteneva, forse poco creduto in piena epoca d’oro dell’Italia a fortissima vocazione industriale e a illusione sovranista e autonomista – Craxi a Sigonella docet per tutti – , che il Belpaese si sarebbe trasformato in un popolo di ristoratori e albergatori, alla mercé’ dei grandi gruppi finanziari internazionali, schiacciati dalla forza economica di questi colossi.
In molti, almeno in coscienza loro dovrebbero ammettere che da l’Unita’ alla Jacuzzi il passo può essere breve. Basta distrarsi un attimo. Ed è anche per questo che Il Graffio.net e’ curioso di sapere se la progressiva rimozione della memoria popolare avrà il sapore staliniano della cancellazione anche dalle foto d’epoca di quel simulacro votivo laico che è stato per tutti Botteghe Oscure, punto di riferimento per almeno 4 generazioni di comunisti, oppure se, memori dell’appartenenza atlantica che prevede l’illusione democratica, si ostineranno a voler conservare a tutti i costi, fingendo di preservarla, la memoria del Novecento, intitolando corridoi, sale conferenze e camere da letto a Secchia, Togliatti, Berlinguer, Iotti, Occhetto, Veltroni, D’Alema…. Napolitano ?
Insomma dalla Casa del Popolo al Roof garden!