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Giustizia, DDL separazione delle carriere dei Magistrati.

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Il deputato Bicchielli (NM, ndr) in un’intervista rilasciataci sul Ddl Sulla separazione delle carriere dei magistrati, in discussione in Parlamento.

DI MATTEO: Una parte molto ampia del potere politico è contro la magistratura.

BICCHIELLI, Gruppo misto (Noi Moderati): Riforma “sarebbe a tutto vantaggio della Giustizia”.

“Un risultato importante raggiunto dal governo meloni”. Così, il deputato Bicchielli (NM, ndr) in un’intervista rilasciataci sul Ddl Sulla separazione delle carriere dei magistrati, in discussione in Parlamento.

Il Ddl sulla separazione delle carriere dei magistrati ha ottenuto il primo sì alla Camera: cosa pensa di questo risultato? Alla luce anche del fatto che, se questa riforma fosse approvata, andrebbe a toccare anche quel documento perfetto che è la Nostra Costituzione?

“Per spiegarle le motivazioni (del fatto che si tratti di un risultato importante, ndr) mi rifaccio alle parole di due magistrati perché, in tal modo, forse risulta semplice dimostrare come non vi sia né una contrapposizione fra legislatore e magistratura, né un fronte così definito all’interno del corpo dei giudici. Già nel ’91 il magistrato Giovanni Falcone auspicava la separazione delle carriere. Si tratta di un traguardo significativo, come già detto, perché così si ha la possibilità di rafforzare le due funzioni, inquirente e giudicante. Mi permetto di riprendere anche le parole di Antonio Di Pietro, che in questi giorni ha affermato che appunto la riforma in discussione non pregiudica né l’indipendenza della magistratura né tantomeno i dettami costituzionali”.

Lei ritiene che questo disegno di legge andrà in porto, dopo i vari passaggi, al livello politico o si dovrà ricorrere al referendum?

“Un eventuale referendum non farebbe che confermare la linea del Parlamento. Parliamo di un Ddl atteso e ritengo che se si arriva a una valutazione oggettiva, scevra da contrapposizioni ideologiche, sia possibile giungere alla sua approvazione anche in tempi rapidi. E sarebbe a tutto vantaggio della giustizia, e questo lo stanno capendo sempre più cittadini”.

Quale crede che sarebbe il risultato se si dovesse ricorrere al giudizio popolare, come, a mio modesto parere, accadrà?

“Come già accennato parliamo di una riforma che non si limita a separare le carriere dei magistrati, che non rappresenta nemmeno la parte più innovativa, essendo oggi possibile il passaggio una sola volta. Si parla della composizione del Consiglio superiore della magistratura, che sarà anch’esso separato, nonché della sua indipendenza. Trovo sempre sbagliato che si strumentalizzino argomenti molto tecnici per orientare l’opinione pubblica, ma credo nello stesso modo che, con una comunicazione chiara, i cittadini sapranno scegliere per il meglio”.

Il procuratore di Napoli, Gratteri, denuncia, e non è la prima volta, “il tentativo di far passare i pubblici ministeri sotto il controllo del Governo». E dice ancora:” Un confronto con il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, «non serve. Per parlare di cosa? L’indipendenza della magistratura, in questo momento, «non è a rischio – garantisce Gratteri -, perché parliamo solo di progetti». Come giudica queste dichiarazioni, la prima soprattutto, che è la più forte?

“In primis, mi consenta di rivolgere al procuratore Gratteri la mia stima e il mio sincero apprezzamento per l’importante lavoro che porta avanti. Con molta onestà: non giudico forte questa sua affermazione, bensì la ritengo solo non fondata sui fatti. Mi appello nuovamente alle parole di Falcone, che ribadiva come la funzione inquirente abbia bisogno di competenze precise, non di un para-giudice».

Il consigliere togato del Csm, Nino Di Matteo, a Piazzapulita, in onda su La7, in una lunga intervista concessa al conduttore, Corrado Formigli, ha dichiarato, testuale, che oggi “c’è una parte significativa e molto ampia del potere, del potere politico in particolare, che vuole approfittare di questo momento di debolezza della magistratura per avviare un regolamento di conti, non contro la magistratura intera, ma contro quella parte della magistratura che si è dimostrata in grado e volenterosa di voler controllare effettivamente anche l’esercizio del potere, di voler applicare il principio per cui la legge è uguale per tutti”. Naturalmente si riferisce a quello che parte della politica ha visto come ingerenza, ossia si l’intervento della magistratura sul tema dell’immigrazione. Pensa che quanto sostiene Di Matteo sia vero e, se sì, fino a che punto?

“Trovo davvero grave questo tentativo di mettere in scena uno scontro fra istituzioni. È offensivo per la nostra Costituzione. La separazione delle carriere per i magistrati, seguendo il Ddl al quale sta lavorando oggi il Parlamento, non va a modificare l’articolo 104 della nostra Costituzione. La magistratura, sia quella giudicante che inquirente, è e resta un ordine indipendente da qualsiasi altro potere dello Stato. Ho come l’impressione che si voglia contrastare una riforma per una presa di posizione, senza valide fondamenta e questa mi pare una forzatura ideologica”.

D. S. S.