Sanità, da Forza Italia una PDL che rivoluziona il sistema, per andare incontro alle esigenze del cittadino.
Intervista a Cappellacci, presidente Commissione Affari Sociali alla Camera
“Ѐ una proposta solida, basata su analisi concrete e su un obiettivo chiaro: riorganizzare il sistema sanitario, partendo dal territorio, per rispondere alle nuove esigenze dei cittadini e degli operatori del settore”: Esordisce così Cappellacci, presidente della Commissione Affari Sociali alla Camera, nell’intervista che ha voluto rilasciarci.
Anzitutto i miei complimenti: una proposta di legge che sembra venire dalla Svizzera. Un intervento nella sua interezza perfetto per ricostruire il sistema sanitario.
“Questa riforma nasce da quel lavoro di ascolto, di analisi e di sintesi delle migliori soluzioni possibili”.
Una riforma talmente promettente che mi porta a chiedermi e a chiederle: perché solo ora?
“Per realizzare una proposta di questa portata ci è voluto tempo, lavoro e un confronto continuo con tutti i principali attori della sanità, coloro che operano quotidianamente in prima linea.
E’ un lavoro che Forza Italia ha fatto mettendo in campo le sue migliori risorse che hanno lavorato in modo unanime a questa proposta.
Le riforme strutturali non si improvvisano, e chi fa politica con serietà sa che ogni cambiamento deve poggiare su basi solide.
Penso anche all’indagine conoscitiva che abbiamo condotto in Commissione Affari Sociali sulla crisi dell’emergenza-urgenza, un problema che tutti conoscono in superficie, ma che noi abbiamo voluto affrontare andando a fondo delle cause reali.
Abbiamo ascoltato chi ogni giorno affronta l’affollamento dei pronto soccorso, chi gestisce la carenza di personale e chi si trova a dover garantire assistenza con risorse spesso insufficienti”.
Ritiene, come spero vivamente, che la proposta sia destinata a diventare legge?
“Certamente, è una proposta solida, basata su analisi concrete e su un obiettivo chiaro: riorganizzare il sistema sanitario, partendo dal territorio, per rispondere alle nuove esigenze dei cittadini e degli operatori del settore”.
Adesso, però, dovrà superare l’iter parlamentare, cosa che, sappiamo bene, non è affatto semplice.
Sì, “ora inizierà il confronto parlamentare e siamo certi che il dibattito contribuirà a migliorarla ulteriormente, perché la sanità è un tema che deve unire, non dividere”.
Ottima l’idea di “evoluzione della figura del medico di famiglia”, con l’obiettivo di renderlo protagonista di un nuovo modello organizzativo basato sul lavoro di équipe.
“Il medico di famiglia deve tornare a essere il fulcro della sanità territoriale, il primo punto di riferimento per i cittadini, ma per farlo bisogna cambiare l’attuale modello organizzativo”.
Perfetta l’intenzione, ma come pensate di farla diventare realtà?
“La soluzione è potenziare il lavoro in equipe, favorire la collaborazione tra medici, infermieri, specialisti e personale sanitario in strutture dedicate come le Case di Comunità, la cui realizzazione è già prevista entro il 2026 grazie ai fondi del PNRR.
Il paziente non dovrà più sentirsi solo davanti a un sistema frammentato, ma potrà contare su un’assistenza integrata, più accessibile ed efficace.
Una trasformazione “cruciale” per l’intero sistema sanitario, un miglioramento che convince e dà speranza, ma i fondi?
“I fondi ci sono e provengono in gran parte dal PNRR, che ha già stanziato risorse importanti per la riorganizzazione della sanità territoriale.
Inoltre, questo governo, invertendo la tendenza degli ultimi governi che hanno solo tagliato la sanità, ha previsto ingenti investimenti sul fondo sanitario nazionale.
Nell’ultima legge di bilancio, dal 2025 al 2030 sono previsti ulteriori investimenti per oltre 30 miliardi”.
D. S. S.