Tataranni contro Tataranni.
Da una parte, Vanessa Scalera, l’attrice brindisina protagonista della fiction di Rai Uno ambientata tra i sassi di Matera. Dall’altra, la scrittrice lucana Mariolina Venezia, “creatrice” delle avventure della magistrata più amata d’Italia. Alla conferenza stampa di presentazione della quarta stagione della fiction sono volate parole grosse. <<Ingrata>> ha accusato la Venezia. <<Non ti devo nulla>> e’ stata la replica stizzita della Scalera.
Ma quali sono le ragioni di questo scontro verbale tutto al femminile?
<<Non era nelle mie intenzioni scontrarmi con Vanessa Scalera>>, chiarisce ora in questa intervista la scrittrice di Matera. <<Oggi spesso si ascolta con disattenzione. In conferenza stampa ho detto la stessa cosa che ha poi detto la Scalera. Non mi deve niente. Ho fatto una piccola provocazione “alla Tataranni”, elogiando l’ingratitudine. “L’ingratitudine” in generale, come segno di libertà e indipendenza. Ringraziamenti formali e salamelecchi non mi interessano, ognuno è libero di ringraziare chi gli pare. Il riconoscimento della proprietà intellettuale, quello però sì, mi sta a cuore. Soprattutto in quest’epoca di intelligenza artificiale e di pericolosa deriva verso i totalitarismi. La proprietà intellettuale è il riconoscimento dell’unicità di ogni essere umano. Non siamo tutti intercambiabili. Dietro il successo di “Imma Tataranni” c’è un pensiero: siamo unici, irripetibili, e questa è la nostra forza.
Non negherà peró che il successo della serie é dovuto all’ interpretazione straordinaria della Scalera.
Certo, il successo è dovuto all’interpretazione straordinaria della Scalera. Alla sensibilità del regista, che ha interpretato e tradotto in immagini quello che ha trovato nei libri. A tutti quelli, sceneggiatori, produttori, delegati Rai, che hanno calibrato i contenuti, alla straordinaria Paola Marchesin che ha realizzato le mises descritte nei libri, agli scenografi, ai direttori della fotografia, a tutti quelli che hanno partecipato a realizzarla. E al pubblico. E’ questa la potenza delle idee. Possono generare enormi ripercussioni.
Al di là delle polemiche, si sentirà la sua impronta anche in questa quarta stagione?
Sì. Ci sono, sono presente, benché senza possibilità decisionali. Dico la mia, ma non vengo necessariamente ascoltata. Del mio comunque c’è, anche se è stato rivisto e rimaneggiato dagli sceneggiatori e da tante altre persone.
Quindi Imma Tataranni non sarà più ‘quella’ Imma Tataranni?
Il personaggio è un po’ cambiato rispetto a quello dei libri, ma direi che il DNA è rimasto inalterato. L’ abbigliamento bizzarro è sempre quello, così come non è stato toccato quel suo inconfondibile modo di fare.
E il carattere spigoloso?
Più che spigoloso lo definirei un carattere che non cerca di compiacere. In questo mondo dove tutti cercano di compiacere, Imma afferma la sua personalità, quello in cui crede, assumendosi il rischio anche a volte di sbagliare. Credo che sia questo uno degli aspetti che l’ ha fatta apprezzare da tanti. Ha compiuto un piccolo miracolo, perché proprio non cercando di compiacere è piaciuta.
Imma Tataranni è una donna ‘solo’ del Sud o può essere considerata una donna dell’Italia intera?
È una donna del Sud, è di Matera, ma ha conquistato un po’ tutti, dal Nord al Sud, dato che la serie è stata esportata in moltissimi paesi. Quando si ha il coraggio di essere se stessi, avviene un piccolo miracolo: si incontrano anche gli altri. Imma ha le radici ben salde nel terreno e la testa proiettata in avanti.
Lei ha scritto tanto, c’è ancora qualcosa che vorrebbe realizzare? Le piacerebbe specializzarsi in altro?
Ho tantissimi progetti nel cassetto, a partire dal mio libro ‘Mille anni che sto qui’ (ndr. Premio Campiello 2007) , che spero di vedere trasformato in fiction. Questo non dipende da me, naturalmente. Intanto continuo a scrivere…
Allora avremo sicuramente modo di conoscere altre donne determinate che faranno parlare di sé come Imma. Quale messaggio vuole trasmettere attraverso la Tataranni?
Vorrei dire alle donne di credere di più in se stesse, di non snaturarsi per cercare di piacere a tutti e a tutti i costi: solo amandoci e rispettandoci di più potremo conquistare gli altri e occupare nella società il posto che ci spetta di diritto in tutti gli ambiti, in tutti i settori. E poi… un pizzico di coraggio e un pizzico di ironia.
Utima domanda. Vorrebbe far pace con la Scalera?
Non ho mai voluto fare la guerra. La capacità di confrontarsi, anche nell’eventuale differenza di opinioni, è la base sulla quale si fonda la pace. E se cercando di esprimere un pensiero un po’ più complesso sono stata fraintesa, mi dispiace. Sono i rischi del mestiere. Mi auguro che ci sarà modo di sviluppare il dialogo…
Mariantonietta Tosti