di Antonino Salsone
Esiste una strategia comunicativa che dinnanzi alla difficoltà si esprime così: “attaccare, attaccare, attaccare sempre”.
La sostanza di questa strategia è quella di non ammettere la sconfitta e, anzi, di proclamare la vittoria scatenando una caccia alle streghe nei confronti degli avversari, dipingendoli agli occhi dell’opinione pubblica, o di un più ristretto gruppo sociale, come “il male assoluto”.
È questa la strategia tipica degli impostori, cioè di chi si asserraglia nel fortino del proprio potere e urla allo scandalo nei riguardi di chi reclama giustizia per essersi visto depredato di un diritto, di una vittoria, di una elezione.
Nella grande maggioranza dei casi si tratta del canto del cigno di un potere ormai consunto e giunto all’epilogo della propria esperienza di governo e di amministrazione di uno Stato o di un ente associativo.
In genere queste situazioni si personificano in un unicum rappresentato da un despota illiberale e antidemocratico o, talvolta, in una oligarchia di gerarchi che si collocano a cerchio a difesa dell’unicum ma che, in realtà, difendono se stessi e la loro rendita di posizione economica e di residua autorità.
Ma il crepuscolo è inesorabile e piano piano le tenebre dell’oscurità avvolgono colui e coloro che in preda al panico si isolano e cercano di perpetuarsi scegliendo la via del rifiuto del verdetto, della forza dell’etica e della intransigenza del diritto.
L’asserragliato e i suoi complici, lo insegna la Storia, non riescono peró mai a vedere le luci dell’alba perchè questa non appartiene loro, essendo essa un giudice implacabile che rischiara e riscalda solo coloro che sono nel giusto.
Davanti a siffatte situazioni non bisogna perdersi d’animo e non si deve cedere alla tentazione, pur umana, di comportarsi come l’unicum e i suoi asserragliati sodali.
L’assalto al fortino va realizzato con le idee, con la parola e con i mezzi della legge, che, presto o tardi, mette fine all’ingiustizia.
Ecco perchè, rispetto alla strategia dell’”attaccare” occorre rispondere con la fermezza delle idee, con il coraggio e con la consapevolezza, che è forza pura e incoercibile, della resistenza per una causa giusta.
Il motto dei giusti è dunque “Resistere, Resistere, Resistere”.
La legge, il diritto e l’etica compiranno il resto.