La Corte di Cassazione ha fissato per l’11 settembre la pubblica udienza sul ricorso promosso dagli avvocati Enzo Palumbo (già senatore liberale e membro del CSM) e Andrea Pruiti Ciarello (Fondazione Luigi Einaudi), con cui si chiede di sottoporre alla Consulta la legittimità costituzionale della legge elettorale (Rosatellum).
Il procedimento, avviato nel 2018, solleva dubbi su iter legislativo, soglie di sbarramento, voto congiunto e disparità di trattamento per i nuovi partiti.
I ricorrenti auspicano una decisione della Corte che ripristini i diritti degli elettori e rafforzi la rappresentatività del Parlamento.
I giuristi siciliani confidano che l’intervento della Cassazione consenta finalmente il passaggio del caso all’esame della Corte Costituzionale, nella prospettiva di una legge elettorale conforme ai principi fondamentali della sovranità popolare e della rappresentanza democratica.
Ed è per questo che si chiede alla Cassazione di investire la Consulta perché possa valutare la legittimità costituzionale di numerose disposizioni del c.d. “Rosatellum”, ritenute lesive dei diritti fondamentali degli elettori.
Le questioni costituzionali sollevate riguardano in particolare:
– l’illegittimità dell’iter legislativo che ha portato all’approvazione del rosatellum;
– la soglia di sbarramento del 3% che lascia privi di rappresentanza milioni di elettori;
– l’obbligatorietà del voto congiunto tra candidati uninominali e liste plurinominali;
– la discriminazione verso i nuovi partiti nell’accesso alla competizione elettorale.