LUNA BERLUSCONI: IN MY HAND.
Con “In My Hand”, Luna Berlusconi torna a Roma con una nuova e potente narrazione pittorica, in cui la gestualità e il segno diventano espressione di un’intimità profonda, quasi un viaggio nelle anime.
Le sue opere, tele materiche, vibranti, che parlano il linguaggio del colore e della tensione del gesto, sono finestre aperte su uno spazio mentale e affettivo dove tutto è in potenza, tutto è “nelle sue mani”.
La pittura per Luna è atto fisico e meditativo insieme: un confronto diretto con la superficie, ma anche con il proprio mondo interiore. Il titolo della mostra, In My Hand, richiama infatti la centralità del corpo, della mano come strumento primario dell’artista, ma anche come simbolo di responsabilità, possibilità e potere creativo.
Le mani che danno forma, ma anche quelle che trattengono o decidono di lasciare andare.
Quella di Luna è una pittura che esplora, accoglie, restituisce ed emoziona.
Attraverso un uso personale della materia pittorica, Luna Berlusconi sviluppa un vocabolario visivo che si muove tra equilibri cromatici e suggestioni figurative. I suoi lavori interrogano lo spettatore senza urlare, lasciando spazio al silenzio e alla riflessione, in una tensione continua tra controllo e abbandono, forma e dissolvenza.
In ogni opera si percepisce una relazione viva tra artista e supporto, tra gesto e pensiero. Il colore, spesso vibrante ma mai gratuito, è veicolo emotivo e struttura narrativa.
Le composizioni si sviluppano come mappe interiori, come trame di un discorso entropico che non cerca una risposta univoca, ma apre possibilità di lettura molteplici.
Nata a Milano, la passione per l’arte e la fotografia la accompagna sin dall’infanzia ma è nel 1996 che durante un lungo periodo che trascorre in America decide di lasciarsi alle spalle un cognome ingombrante e iniziare un percorso nell’arte.
Rientrata in Italia, è grazie all’incontro a Roma con il grande Maestro Gino De Dominicis, uno dei più grandi artisti del novecento, che Luna Berlusconi affina la sua tecnica sfruttando al meglio così un talento innato.
Luna si è affermata negli anni come figura eclettica nel panorama artistico contemporaneo italiano. Dopo una lunga esperienza nell’ambito della fotografia (ricordiamo su tutte la sua prima personale “Sguardi di Luna” racconto toccante sulla situazione dei bambini in Kenya), Luna dal 2017 ha scelto la pittura e la sperimentazione dei materiali come territorio di ricerca privilegiato, riscoprendo in essa un linguaggio più diretto, istintivo, capace di un dialogo sincero e profondo.
Il suo lavoro, esposto in spazi italiani e internazionali, si nutre di un’osservazione costante del mondo interiore, dell’esperienza femminile e della relazione tra corpo e spazio.
In My Hand rappresenta una nuova tappa di questo percorso, in cui l’arte torna a essere luogo di ascolto, presenza e trasformazione.
Tra le opere in mostra, spiccano sorprendenti riletture — nel suo stile immediatamente riconoscibile — di volti e figure iconiche appartenenti alla storia dell’arte.
Luna Berlusconi, dopo aver ricordato con una specifica iniziativa il grande Picasso in questa mostra ci propone una visitazione speciale di alcune opere femminili del grande maestro Andaluso.
Le opere di Luna in questo percorso si cimentano rispettose della grandezza di uno dei maggiori pittori di tutti i tempi.
Quelle di Luna sono figure femminili ritratte in modo stilizzato e frammentato, tipico del Cubismo. In queste opere scompone i volti e i corpi in forme geometriche, evidenziando emozioni e prospettive multiple in un’unica immagine, spesso con colori vivaci e linee marcate.
Sono ritratti intensi, espressivi e innovativi nella forma.
Dal punto di vista tecnico e analitico queste opere riflettono la sua evoluzione stilistica, in particolare attraverso i richiami del Cubismo sintetico e una fase caratterizzata da una scomposizione geometrica della figura e da un uso espressivo del colore.
In questi lavori Luna ci regala sovrapposizione di piani e visione simultanea di profilo e frontale; linee spezzate e contorni marcati, che delineano volumi plastici; palette cromatica intensa, usata non in modo realistico ma emotivo; semplificazione delle forme che tendono all’astrazione, pur mantenendo riconoscibilità.
Queste opere sono un’indagine formale sul ritratto, dove la psicologia del soggetto si intreccia con la ricerca sulla forma pittorica.
Seconda rivisitazione in questa iniziativa romana è la figura potente e rotonda di Fernando Botero, reinterpretandone l’essenza con un approccio più emotivo, istintivo e quasi tattile.
Le donne grasse di Fernando Botero nella rivisitazione di Luna sono figure voluminose e tondeggianti, rese con forme esagerate e proporzioni amplificate, simbolo di sensualità, ironia e critica sociale.
Lo stile, enfatizza il volume per esplorare bellezza, potere e umanità con tono surreale e satirico.
Non si tratta di semplici memo visivi, ma di veri e propri atti di riconoscimento e dialogo: Luna prende per mano questi maestri del passato, li attraversa con il proprio sguardo e li restituisce al presente, filtrati da una sensibilità tutta personale.
Queste presenze diventano parte integrante del suo universo, riemergendo tra i segni e i colori con nuove domande e nuovi significati. In un gioco di riflessi e citazioni, l’artista celebra la continuità della creazione in arte e la forza della memoria visiva.
Come il suo nome in ogni opera troviamo tratti specifici, emozioni e connessioni particolari, come la Luna che pur vedendola apparire ogni sera riesce sempre ad emozionarci e a sorprenderci.
Roberto Litta
Critico d’Arte