Lali Panchulidze è la cordiale rappresentante ufficiale della compagnia aerea Georgian Airways (con diversi voli settimanali da Bergamo, Forlì e Roma) e la mondana presidente dell’associazione culturale eurasiatica ACIGEA, membro attivo di diverse associazioni, dichiaratamente “patriota” molto vicina, sebbene non organica, ai gruppi di potere di centrodestra che governano in Georgia e in Italia.
Ma, oltre ai suoi incarichi ufficiali, negli ultimi anni, diciamo dopo la fine dell’emergenza pandemica Covid, ha acquisito un sempre maggiore ruolo politico e diplomatico, diventando, insieme ai preti ortodossi e ai consoli, un rispettato riferimento per la comunità georgiana in Italia, dalla maggioranza stimata ma da alcuni temuta, poco apprezzata ed accusata persino di essere un pericoloso agente segreto putinista.
Noi ci siamo bene informati, scoprendo alcuni motivi del suo potere e della sua rapida carriera sociale.
La quarantenne affascinante georgiana appartiene ad una antica famiglia nobile ortodossa, addirittura di origine bizantina, poi ramificatasi in Russia, Serbia, Germania, Olanda e Francia.
Suoi antenati furono cavalieri, principi, consiglieri reali, generali, governatori imperiali, agenti zaristi filo nazisti fra le due guerre.
Ma attualmente il clan tradizionale dei Panchulidze, radicato nella regione di Imereti, oggi cappeggiato dal conte Doni (generale dei veterani della riserva, già ufficiale dei reparti speciali del KGB sovietico), deve la sua forza ad una storica quanto discreta amicizia privata con la famiglia del più potente georgiano vivente, ovvero Boris Bidzina Ivanishvili, ricchissimo oligarca filo russo, già primo ministro, padre e padrone della coalizione di governo “Sogno Georgiano”.